
Questo articolo nasce da alcuni pensieri e considerazioni che mi sono trovata a fare questa settimana, dopo una prima visita con una mia paziente. Parlando delle prossime feste pasquali la paziente mi ha detto: ‘’Dottoressa, so benissimo che inizio la dieta, ma glielo dico subito, a Pasqua e a Pasquetta sgarro come se non ci fosse un domani!’’. I miei pensieri a questa frase rappresentano la parte più difficile del mio lavoro.
Mi trovo sempre più spesso a pensare che la parte difficile di un professionista della nutrizione, non è far perdere peso, non è far stare meglio il paziente, non è nemmeno rendere comprensibili nozioni teoriche accademiche in un linguaggio pratico e accessibile a tutti. La vera difficoltà è scacciare via per sempre dai ragionamenti dei miei pazienti tutte quelle convinzioni, che l’approccio dietetico classico ha inculcato.
Quando si parla di alimentazione, troppo spesso ci si concentra solo sulla componente nutrizionale, trascurando l’importanza del piacere e dei desideri legati al cibo. Non assumiamo cibo solo in relazione allo stimolo biologico della fame ma anche in relazione al desiderio.
Esiste quello che viene chiamato ‘’fattore edonico’’ del cibo. La fame edonica è quella spinta che ci porta a cercare il cibo non solo per soddisfare una carenza energetica, ma anche per il piacere che esso ci procura. Contrariamente alla fame omeostatica, che è guidata da meccanismi biologici automatici, la fame edonica è influenzata dalle emozioni e dalla gratificazione sensoriale. In poche parole, ciò che prepariamo non deve essere solo sano e ‘’giusto’’ secondo i più validi principi della nutrizione, ma ci deve anche piacere.
Il messaggio che mi piace trasmettere ai miei pazienti è che il cibo non è solo carburante per il nostro corpo, non è solo il mezzo con cui raggiungere la perdita di peso, ma e soprattutto, deve anche nutrire il nostro equilibrio intimo, emotivo, psicologico. Comprendo benissimo che, quando parlo in questi termini mi allontano tanto (e menomale!) dall’idea classica di ‘’dieta’’ con la quale si esclude praticamente qualsiasi alimento che soddisfi il nostro palato, basandosi sulla ripetizione di alimenti noiosi e monotoni quali riso, petto di pollo e gallette di riso.
Troppo spesso, cedere a ciò che più ci piace a tavola, viene visto e vissuto come un ostacolo al raggiungimento dei nostri obiettivi, come uno ‘’sgarro’’, come quel qualcosa che non dovremmo fare e di cui pentirsi. Negarsi completamente cibi piacevoli può portare a una sensazione di privazione, che a sua volta può sfociare in un rapporto che tutto è, meno che sereno, con il cibo. Privarsi del frutto proibito sappiamo benissimo che conseguenza porta. Proprio per questo, non dovrebbero esistere cibi proibiti e nemmeno qualcuno che vi proibisca un qualcosa. Non esistono cibi buoni e cattivi. Non ci si deve sentire bravi perché si è evitato una pizza fuori con gli amici, come non si deve correre ai ripari perché ci si è concessi il dessert a fine pasto. La vera ricchezza nella nutrizione è inclusività e varietà piuttosto che privazione.
Sentire la necessità di qualcosa di buono perché la giornata è stata intensa, concedersi un cioccolatino perché ci ricarica durante una pausa a lavoro, accettare una fetta di dolce preparato per noi, non è ‘’sgarrare’’. Le parole hanno un peso. Se andassimo a verificare la corretta definizione di ‘’sgarro’’ dal dizionario troveremmo ‘’venire meno sul piano della correttezza morale’’ o ancora nel linguaggio della malavita, ‘’grave offesa arrecata…venendo meno ai doveri di obbedienza e di omertà’’. Siamo proprio sicuri che concedersi una pietanza, un pasto ma anche una giornata di cibo che più ci piace possa essere definita come uno ‘’sgarrare’’? Nominare questi momenti di coccole, di piacere e di vita in termini negativi non fa altro che dettare ulteriore morale di cui non abbiamo bisogno. È un modo di pensare e di esprimersi che è divenuto troppo comune. ‘’Oggi ultimo giorno di stravizi e poi da domani faccio la brava’’, ‘’finisco tutta la scatola dei biscotti tanto ormai ho fatto schifo!’’. Non bisogna chiedere il permesso, scusa e soprattutto sentirsi in colpa di nulla quando si mangia.
Quando durante le visite chiedo ai miei pazienti se gli piace ciò che mangiano, se si sentono soddisfatti dopo il pasto, mi guardano sempre stupiti. Quando gli dico di personalizzare il piano alimentare con ricette che possano far parte anche della loro storia, tradizione familiare o culturale mi guardano come se non sapessi cosa sto dicendo. Quasi come se fosse scontato che i pasti consigliati da una nutrizionista debbano essere sempre e comunque monotoni e noiosi. Non mi sorprendono più queste reazioni. Sarà che siamo troppo ancorati all’idea triste di ‘’dieta’’ che inizia rigorosamente il lunedì, resiste fino al venerdì, sognando lo ‘’sgarro’’ del weekend.
Ci hanno inculcato che per dimagrire si deve soffrire, si deve restringere, si devono seguire alla lettera regole e grammature precise per un periodo. Tutto questo limitare al minimo tutto ciò che ci reca piacere, e aggiungerei benessere, ci impedisce di saper ascoltare e riconoscere la nostra fame. Eppure, questo continuo restringere, non fa diminuire la nostra fame, anzi più restringo e più il corpo ci manifesta i cosiddetti morsi della fame. S’innesca però un loop di pensieri del tipo ‘’non posso concedermi a questa fame che chiama perché altrimenti non dimagrisco’’.
L’importanza delle visite di controllo non è dimostrare che si è fatto ‘’i bravi’’, si è seguito tutto alla lettera, non si è ‘’sgarrato’’ e ci si è limitati in tutto ciò che ci piace (compresi momenti di convivialità), anzi. In quello che definisco un buon percorso nutrizionale mi piace accompagnare i miei pazienti verso la riscoperta del piacere del cibo e introdurre principi e strumenti di educazione alimentare che possano condurre verso un armonioso ed equilibrato rapporto con il cibo.
Non chiamatela ‘’sgarro’’, non chiamatela ‘’mangio come se non ci fosse un domani’’ chiamatela Pasqua. Le parole contano e pesano, il loro significato pure.
Buona Pasqua!
p.s. e se vi state chiedendo se esiste una ‘’dieta’’ miracolosa perfetta pre e post feste per ricorrere ai ripari vi invito a leggere il mio articolo https://gtassarottinutrizionista.com/2022/04/12/la-dieta-perfetta-prima-delle-feste-esiste/.
Mangiare ‘’bene’’ è una cosa seria. Non puoi farlo con chiunque.
La vostra Nutrizionista.